<aside> <img src="/icons/more_gray.svg" alt="/icons/more_gray.svg" width="40px" /> Pianeta Fresco è un Centro per la Cultura Contemporanea co-fondato nel 2020 da Giorgia Ori (Boston, 1991) ed Erika Gaibazzi (Parma, 1990) e con sede in Emilia-Romagna.
«Il lavoro portato avanti all’interno della residenza si concentra sull'esplorazione dell’invisibile attraverso la ricerca artistica e scientifica, pratiche complementari necessarie per una conoscenza autentica dei sistemi complessi (sia in ambito fisico che psicologico) che permeano la nostra esistenza. Temi investigati nel corso del tempo saranno l’infinito, la morte, le interrelazioni tra le specie, l’ecosofia, il divino, l’intelligenza, e così via.» Giorgia
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{Fucina} Come nasce Pianeta Fresco?
{Giorgia} Questo pianeta nasce durante il boom dell’arte sui social, che ha raggiunto il suo climax nel 2019 per poi passare la palla al make-up e alla cucina- questo cambio drastico credo sia stato generato anche dalla pandemia. La mia volontà era quella di distanziare l’arte dalla sua rappresentazione-in-piccolo-formato.
Così nasce il nostro sito web, accessibile solo da desktop, in cui le opere venivano approfondite e ci si poteva entrare dentro da più punti di vista, con un’estetica divertente ma non superficiale. Il sito di pianeta è rimasto fermo nel tempo, al suo momento di lancio, perché credo che quella sia stata una sorta di opera d’arte - una visione delle artiste Viola Morini e Giacomo Giannantonio. Quando abbiamo iniziato a lavorare al sito non avevamo ancora la conferma che il contadino, Alberto, titolare della Villa storica avrebbe accettato di darmela per provarci a fare una residenza d’artista. Un giorno mi chiamò e disse “Giorgia, va bene se ci vuoi fare un albergo. Buona fortuna!”. Sorrisi al pensiero che dei nove mesi in cui provai a spiegargli il progetto a lui rimase solo l’idea che ci avrei fatto un albergo. Ad ogni modo, nel 2021 Pianeta Fresco era sia un sito web, sia una villa storia che affacciava su un giardino secolare custodito da 13 platani voluti da Maria Luigia (moglie di Napoleone).
Era una villa abbandonata e all’inizio anche io di riflesso mi sentivo un po’ isolata e decadente. Grazie ad una campagna di raccolta fondi mi accorsi invece che questo progetto era voluto e partecipato anche da tanti sconosciuti e tante vicine di casa quindi trovai poi la forza per metterlo (e mettermi) in piedi.
Ma io di Pianeta Fresco non ho ancora capito tutto, l’ho seguito sempre perché era come essere salita su un cavallo selvaggio e solo ora, dopo 4 anni, lo sto portando da qualche parte. Per i primi anni andava lui, a volte mi buttava giù e altre volte ci siamo divertiti. Sicuramente mi ha insegnato molto, e ha cambiato quasi tutti i miei punti di vista sulla mediazione culturale e su cosa significhi essere una curatrice.
parlare di comunità e crescita se non si ha in cura un giardino.
{Fucina} Dov’è adesso questo Pianeta? Quali sono le attività principali? E… quale cosa ti ha più sorpresa e quale ti auguri a questo punto?
{Giorgia} Pianeta Fresco resta ancora oggi nella sua atmosfera, si deforma e trasforma velocemente. Parallelamente il mio percorso in Università mi dà spunti per capire i suoi movimenti. Ad esempio, durante il corso di Antropologia dell’Ambiente sono venuta a conoscenza dello studioso Adriano Favole e leggendo i suoi libri ho scoperto il concetto dell'incoltura.
Questi luoghi vengono troppo spesso resi asettici, puliti, tirati a lucido (ad esempio i white cube) e ci si dimentica che non possono generare nulla, possono solo mostrare qualcosa.
A Pianeta Fresco facciamo questo: capiamo insieme le cose, osserviamo le piante vagabonde e facciamo parallelismi con la nostra società. Leggiamo, studiamo, scriviamo. Poi tutte le domeniche vengono artists a trovarci e offrono laboratori di arte o artigianato alla nostra piccola community.
Questo programma di laboratori e residenza è sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna. Per invece finanziare tutti gli altri progetti e il mantenimento dello spazio cerchiamo di collaborare con le aziende per eventi di team-building o catering diversi dal solito, tuttavia quasi nessuno ha ancora questo approccio aperto e quindi è ormai difficile sostenere economicamente il progetto della villa.
Il mio augurio è che i privati e le aziende si prendessero cura di spazi come i nostri, frequentandoli in primis e poi decidendo di sostenerli economicamente in secondo luogo (ad esempio affidare una festa aziendale a noi e non ad un’anonima impresa di catering). Ogni associazione, ogni operatore culturale ha bisogno di una rete di centinaia di persone tutt’intorno a sé.