Ci piace pensare che immaginare mondi altri, anche oggettivamente utopici, possa essere spinta in avanti, ma vogliamo prenderci questo breve spazio per un passaggio più pratico e fondamentale.
I punti che seguono non vogliono essere dettami o indicazioni evangeliche, quanto chiarimenti e spunti utili per prendere il proprio posto in un cambiamento non opzionale, ma necessario.
Il termine femminismo si definisce, nelle sue prime manifestazioni, come movimento di rivendicazione dei diritti delle donne. Nelle sue evoluzioni e prese di conoscenza, oggi, essere femministi significa vivere, lavorare, muoversi col fine di promuovere la parità e combattere le disuguaglianze e le ingiustizie che si muovono all’intersezione di diverse oppressioni.
Non si pensi soltanto a questioni economiche e sociali, ma anche emotive ed educative. Migliorare, in sintesi, la vita di tutte e tutti, in ogni aspetto, costruendo qualcosa che rifiuti soprusi, abusi, divari (economici, sociali, educativi).
Si parla spesso della decostruzione necessaria da mettere in atto al fine di cambiare il proprio punto di vista oggettivamente compromesso su molte questioni. Ma cosa si intende effettivamente? Andiamo per punti.
Quando nasciamo e veniamo introdotti in questa società ci vengono passati, oltre ai fattori genetici, fattori culturali che sono predominanti e vigenti, senza che per forza arrivino a noi da una lezione frontale o da alcuni dettami diretti, ma passano sotto pelle, senza che ce ne accorgiamo e ci formano come individui. Questi elementi sono frutto di una società non equa, non equilibrata, e per questo motivo vanno corretti, come un bug dentro un codice. La decostruzione da mettere in atto riguarda proprio questi assunti culturali.
«Ogni volta che le donne pensatrici, in particolare femministe, parlano del problema diffuso della violenza maschile, la gente è ansiosa di alzarsi in piedi e di affermare che la maggior parte degli uomini non lo è, violenta. Si rifiutano di riconoscere che masse di ragazzi e uomini sono stati programmati fin dalla nascita per credere che a un certo punto dovranno essere violenti, psicologicamente o fisicamente, per dimostrare di essere uomini.» La volontà di cambiare. Mascolinità e amore, bell hooks, 2022, il Saggiatore
Le azioni da fare sono tanto elementari quanto, sicuramente, complesse e anche dolorose:
Informarsi. Recuperare fonti (saggi, letteratura, articoli, lezioni) e studiarle. Tra le molte, un testo che ci sentiamo di consigliare è La volontà di cambiare di bell hooks. Questo testo affronta il tema della mascolinità tossica ponendo l’accento sulla rivoluzione affettiva necessaria per immaginare una società nuova, diversa, in cui nessuno debba più avere paura del proprio universo sentimentale, in cui si è capaci di abbandonare maschere di rabbia e violenza, di accogliere una propensione positiva e trasformativa al cambiamento.
Conoscersi. Come visto sopra questi assunti, questi tratti culturali non si imparano tramite lezione frontale ed appunti presi, ma in maniera assolutamente indiretta, quasi virale, per questo motivo, una volta compresa la teoria, è fondamentale fare un grosso e massiccio lavoro di introspezione al fine di individuare gli errori nel codice e prenderli in esame. Questo processo non è tanto un’ammissione di colpe generale, ma piuttosto una realizzazione e reale riprogrammazione.
Diffondere. **Dopo questo valoroso lavoro di riprogrammazione non resta molto da fare se non diffondere positivamente il codice. Cosa si intende per diffonderlo? Questo è molto semplice, significa essere voce di cambiamento nei contesti in cui quei dettami sono palesati, scontati, naturali. Significa far comprendere lo scatto necessario, significa porre l’attenzione su gesti, parole, azioni che derivano da quegli assunti malsani e corrotti.
Una volta fatti questi passaggi personali e introspettivi, l’impellenza di combattere il drago nel castello, o uno dei draghi scelti come esempio e capro espiatorio per tutti, muniti di spada sarà irrefrenabile, ma uno dei passaggi fondamentali da affrontare è quello di analizzare e mettere in discussione il vostro ecosistema relazionale. Il collettivo o l’organizzazione di cui fate parte, il gruppo di amici, la vostra cerchia di conoscenze. La battuta venduta come innocua e protetta dal velo dell’ironia assoluta, la sicurezza di poter dire atrocità perché in un ambiente protetto. Disinnescare e parlare. Disinnescare e parlare. Anche se sarà faticoso.
«Quando la cultura si basa su un modello di dominatore, non solo sarà violenta, ma inquadrerà tutte le relazioni come lotte di potere.» La volontà di cambiare. Mascolinità e amore, bell hooks, 2022, il Saggiatore